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Il piano sulle liberalizzazioni del governo Monti

Mario Monti
Sulle liberalizzazioni si parte da due obiettivi: una norma cornice per liberalizzare l'accesso alle attività economiche, a prescindere dai singoli settori, e interventi che diano risposte alle segnalazioni ancora inevase dell'Autorità per la concorrenza. Dopo le battute d'arresto della manovra, su farmaci e taxi, Monti e Passera hanno promesso di andare avanti, per questo si studia il veicolo più adatto per nuovi interventi. Il treno del decreto milleproroghe e dei relativi emendamenti sembrerebbe troppo lontano dall'idea di un provvedimento organico, ben mirato sul tema della deregulation. C'è quindi in piedi l'idea di rilanciare la legge annuale per la concorrenza, caldeggiata tra l'altro dal sottosegretario a Palazzo Chigi Antonio Catricalà che, proprio nel ruolo di presidente dell'Antitrust, aveva svolto un incessante azione di pungolo affinché il provvedimento uscisse dai cassetti del ministero dello Sviluppo economico dove era stato confinato. Un decreto offrirebbe maggiori certezze su tempi e possibilità di approvazione che altrimenti, con le lobby pronte a rialzare la testa, sarebbero un'assoluta incognita. Al tempo stesso, però, il Ddl si presterebbe a una maggiore concertazione su un terreno politicamente molto scivoloso. Ad ogni modo, le liberalizzazioni potrebbero viaggiare in parallelo, anche con lo stesso provvedimento, al pacchetto di semplificazioni al quale stanno lavorando i ministri Patroni Griffi e Passera. Lungo il percorso verso una maggiore concorrenza, il governo intenderebbe comunque tenere conto delle segnalazioni dell'Antitrust che da almeno due anni sono state diffuse senza grande seguito da parte del precedente governo. E il nuovo garante Giovanni Pitruzzella, ascoltato ieri in commissione Industria al Senato, ha già preannunciato che entro metà gennaio arriverà una nuova segnalazione al Parlamento accompagnata probabilmente dalla richiesta ufficiale di maggiori poteri sanzionatori sulla tutela dei consumatori. Nel governo, oltre al capitolo dei farmaci di fascia C, c'è particolare attenzione ai servizi a rete. A partire dalle concessioni autostradali, nella consapevolezza che l'Antitrust ha colto nel segno considerandole, al pari di quelli aeroportuali, di durata eccessiva. Un'altra ipotesi avanzata dal garante in questo settore è una riforma degli schemi tariffari finora utilizzati. Tra i servizi a rete spicca ovviamente anche la distribuzione dei carburanti, in cui si va verso iniziative per garantire una maggiore indipendenza del segmento distributivo (gestori) da quello della produzione (compagnie). Per il gas, l'Authority per la concorrenza chiede da tempo gare per sbloccare il mercato della distribuzione e anche sul tema non manca la sensibilità dei tecnici del governo. Più complesso il discorso del trasporto ferroviario, per il quale il garante sollecita l'eliminazione del rapporto diretto tra risorse pubbliche per le Regioni e stipula di nuovi contratti di servizio con Trenitalia. Infine, ma non meno importante, il tema del settore postale nel quale la completa liberalizzazione stenta a decollare. La manovra ha cassato l'agenzia di emanazione ministeriale per affidare le competenze all'Authority per le comunicazioni, che ieri ha iniziato a lavorare sul dossier istituendo la nuova direzione 'Servizi postali' ‐ affidata al segretario generale Roberto Viola ‐ che avrà compiti di regolazione e vigilanza, assicurazione della qualità del servizio universale, determinazione delle tariffe dei settori regolamentati.

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Provenienza della fotografia shutterstock autore GIACOMO MORINI

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