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Licenziamento per malattia: superamento del periodo di comporto

licenziamento superamento periodo di comporto | la rete di clò

Aspetto contrattuale ritornato in auge soprattutto durante il periodo della pandemia da Covid-19, quello relativo alla malattia è molto ben chiarito sia nel codice civile che nello statuto dei lavoratori: in caso di contatto subordinato il lavoratore ha diritto a conservare il proprio posti di lavoro per tutto il periodo di comporto ed ha diritto a ricevere retribuzione o indennità prevista.

Malattia e periodo di comporto: che cosa è e come funziona

Il secondo comma dell'articolo 2110 del codice civile, si introduce il concetto di comporto: l'imprenditore non può licenziare il lavoratore nel caso in cui la malattia non superi il periodo di comporto.

Per periodo di comporto si intende, quindi, il periodo in cui il lavoratore subordinato risulta assente per malattia ma ha diritto alla conservazione del posti di lavoro. La durata di tale periodo viene, solitamente specificato dal contratto collettivo nazionale ed è di :

  • 3 mesi nel caso in cui l'anzianità di servizio sia inferiore a 10 anni
  • 6 mesi nel caso in cui, invece, l'anzianità di servizio sia superiore a 10 anni.

Il periodo di comporto può essere di due tipologie:

  • comporto secco: identifica un numero di giorni massimo fruibili in un'unica soluzione;
  • comporto per sommatoria: è la somma del numero massimo di giorni che, in questo caso, risultano fruibili in più soluzioni.

Il periodo di comporto prevede anche il calcolo dei giorni festivi e non lavorativi, ad eccezione dei giorni di assenza per malattia dovuta a gravidanza i puerperio.
Il comporto viene poi calcolato nella medesima modalità dei contratti full-time nel caso di part-time orizzontali, mentre viene ridotto in base alla quantità di ore di lavoro per i part-time verticali.

Superamento del periodo di comporto: che cosa avviene?

Superato il periodo di comporto, qualora il lavoratore decida di protrarre la malattia, l'azienda può scegliere di licenziare il dipendente, senza dimostrare la "giusta causa".
Tuttavia tale licenziamento non è da considerarsi legittimo se il lavoratore si è assentato oltre il periodo dovuto a causa di una malattia dovuta all'ambiente di lavoro nocivo, non salubre o con fattori di rischio.

Nel caso di licenziamento, il datore di lavoro deve darne comunicazione con tempestività e rispettando il periodo di preavviso.

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