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Mutui: il taglio che non taglia

La tempesta finanziaria abbattutasi sul mondo non è un dramma per tutti: non solo sta solo arricchendo gli speculatori, ma aiuta anche le famiglie che stanno ripagando un mutuo a tasso variabile Il taglio di 25 centesimi del costo del denaro deciso dalla Bce, dovrebbe portare, a seconda del tasso a cui viene effettuato l’ammortamento del mutuo indicizzato e della durata residua, a una riduzione della rata mensile tra i 10 e i 20 euro su un debito attuale da 100 mila euro. Il ricorso al condizionale è dovuto al fatto che la diminuzione dell’esborso sarà automatica solo per i pochi prestiti parametrati al tasso Bce, mentre la maggior parte è indicizzata all’Euribor. La riduzione della rata per chi ha scelto il tasso variabile arriva al termine di un anno che ha visto, rispetto alle previsioni della vigilia, un incremento solo lieve degli interessi. Analizzando la simulazione dell’andamento di un prestito da 100 mila euro a tasso variabile acceso alla fine del 2007 (a 20 e 30 anni), poco prima del precedente tsunami dei mercati, ed indicizzato all’Euribor trimestrale +1,5% e confrontandolo  con due finanziamenti a tasso fisso accesi al 6% (valore standard a fine 2007), ne risulta che chi ha scelto il variabile a inizio gennaio 2012 avrà risparmiato oltre 9.000 euro rispetto al fisso, sia a 20 che a 30 anni. In teoria della riduzione dei tassi dovrebbe avvantaggiarsi anche chi il mutuo lo sta per chiedere; ai valori attuali una discesa di 25 centesimi porta a una riduzione della rata iniziale di 13 euro su 100 mila finanziati a 20 anni. Nella pratica bisogna confrontarsi con la politica delle banche, che stanno  riducendo l’accesso al credito e che hanno rialzato gli spread, sia sui finanziamenti variabili che su quelli fissi. E le scelte sui tassi sono solo una parte del problema: gli istituti stanno anche drasticamente abbassando la percentuale di finanziamento rispetto al valore dell’immobile, mosse dalla previsione, fondata o meno che sia, di una caduta del mercato residenziale e quindi di un deprezzamento dei beni ipotecati. Stando alle ultime stime il 66% delle domande di mutuo si indirizzano sul variabile e il trend presumibilmente si accentuerà nelle prossime settimane. L’Euribor dovrebbe ancora scendere nei prossimi mesi: i future sul valore del trimestrale scommettono su un livello dell’ 1% entro settembre 2012, bisogna però rilevare che, con gli spread attuali, una risalita dei tassi nei prossimi anni potrebbe avere conseguenze pesanti sulla sostenibilità delle rate.

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